Non ci resta che piangere
Mentre il governo Meloni presenta uno dei Bilanci più sgangherati e demagogici della storia recente, contemporaneamente in Spagna il governo Sanchez a trazione socialista ha appena approvato la sua, di manovra.
Analizzandolo su giornali e media spagnoli, anche quelli più conservatori, quello che scopri è che è un bilancio davvero di sinistra, lontano anni luce dal brodino meloniano.
Mentre Meloni cancella progressivamente il Reddito di cittadinanza, Sanchez addirittura aumenta l’Ingreso mínimo vital (il suo equivalente spagnolo) per adeguarlo all’Inflazione.
Mentre qui da noi allarghiamo le disparità fiscali tra ricchi e poveri (a favore dei primi), in Spagna hanno appena aumentato del 10% la spesa sociale.
Mentre da noi cancellano il Bonus Cultura ai 18enni, lì non solo lo mantengono ma lo rafforzano col sostegno di 250 euro agli affitti dei giovani a basso reddito e un +13% complessivo destinato alle politiche giovanili.
E saranno stanziate 6,5% in più di risorse nella scuola e sugli inseganti, il cuore della cultura.
Mentre Meloni alza il contante il tetto al contante a 5.000 euro “per aiutare i poveri” (Gulp!), da loro lo hanno appena abbassato a 1000 euro, mentre l'indennità di disoccupazione sale dal 50% al 60%, per chi povero, altrimenti, rischia di diventarlo davvero.
E nel frattempo, tanto per gradire, aumentano gli incentivi ai contratti a tempo indeterminato, gli stipendi dei dipendenti pubblici crescono di quasi il 10%, grazie anche al sostegno di una tassa temporanea sui grandi patrimoni sopra i 3 milioni di euro, senza che nessuno abbia gridato allo scandalo.
Ecco la differenza, nei numeri e nei fatti, tra un governo autenticamente socialista e uno che si riempie la bocca di povertà e poveri e poi li tratta come parassiti da estirpare.
Ecco la differenza tra una sinistra vera e la destra reazionaria.
Riflessione e monito chiari, non solo per la Meloni ma anche per una sinistra solo a parole.
