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Iniziati gli scavi nell'area verde di Alzano Sopra

Aggiornamento: 27 mar 2021

Alcune precisazioni


Con il progetto definitivo approvato con D.G. del 22/02/2021 l’Amministrazione ha cercato di ottimizzare la posizione dell’impianto di teleriscaldamento costituito da due unità, un serbatoio da 500 mc. che funge da polmone per l’acqua calda e l’alloggiamento caldaie/cogeneratore che in una precedente versione era previsto nel cuore dell’area verde.

Ciò non toglie che sia stato necessario stralciare comunque tutta l’area dal vincolo del piano forestale Valle Seriana riducendo il perimetro del bosco, che sia stato necessario sradicare siepe ed alberi, che uno scavo enorme interessi l’area.

E allora restano sempre attuali le domande:

non era possibile utilizzare un altro sito, è in nome dell’ecologia che si fanno queste scelte, non sarebbe stato opportuno illustrare il progetto alla cittadinanza?

L’amministrazione, che dedica tanto spazio e foto alle iniziative di rappresentanza, avrebbe dovuto utilizzare un po' del suo tempo a chiarire il progetto spiegando gli obiettivi e a creare consenso, anche perché molti cittadini frequentano l’area verde e molti saranno coinvolti nell’utilizzo del teleriscaldamento.

Le dichiarazioni del Sindaco si limitano a descrivere l’utilità della tecnologia che tutti conoscono e nessuno ha mai criticato,

le critiche sono rivolte alla gestione di questo progetto.

Il teleriscaldamento non è certo una novità per Alzano, è in funzione dal 2003 con l’utilizzo dell’impianto di cogenerazione della Pigna la cui direzione, nonostante gli interventi di Maroni ed Anelli, nel 2009 decise senza tanti scrupoli di spostare la produzione Pigna in un paese dell’est riducendo così la sostenibilità economica dell’impianto di cogenerazione e costringendo la centrale a fermarsi.

Alzano perse così oltre cento posti di lavoro e nel volgere di un paio d’anni anche l’impianto di cogenerazione. L’amministrazione costretta a garantire il teleriscaldamento agli edifici in rete attivò tramite la società Anita srl una centrale termica tutt’ora in funzione, che solo dal 2013 al 2018 tra svalutazioni e perdite ha presentato un bilancio negativo di circa Euro 1.800.000.

Anita srl era in consorzio con altri 40 comuni per cui le perdite erano ripartite o coperte con utili derivanti dai dividendi provenienti dalla partecipata Unigas S.p.a, l’Amministrazione di Alzano non si preoccupa e per cinque lunghi anni non pensa ad alcuna soluzione, l’ecologia allora non era un problema.

Nel 2018 i soci di Anita srl decidono di disdettare la concessione per la gestione del teleriscaldamento che resta in carico al comune di Alzano con il suo fardello di ricavi insufficienti a coprire i costi.

A quel punto ecco che l’amministrazione veste i panni dell’ecologista e nasce la proposta di partenariato pubblico privato con Edison: solo un’altra pezza necessaria per non perdere la faccia e cercare di creare l’immagine di un’amministrazione attenta alle tematiche ambientali.

Il teleriscaldamento poteva essere un’occasione per un progetto più inclusivo? Noi pensiamo di sì. A partire dalla scelta dell’area e dal consenso dei cittadini per il suo l’utilizzo.

Naturalmente per questa Amministrazione le parole trasparenza e confronto sono parole da invocare solo quando si è all’opposizione.

Perché i cittadini, soprattutto quelli che abitano nelle vicinanze del nuovo impianto non sono stati informati?

Perché non è stata indetta un’assemblea pubblica per sentire cosa ne pensavano?

Non era possibile realizzare l’intervento recuperando una delle tante aree industriali dismesse presenti sul territorio Alzanese?

Ancora una volta l’amministrazione a trazione Leghista, che nelle piccole cose si presta a rapporti molto personali e “democratici” ha dimostrato di gestire importanti scelte sul territorio senza sentire la necessità di confrontarsi.






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